Nell’ambito del modulo “Murales art 1 e 2” finanziato dalla Regione Campania, inserito nel programma Scuola Viva il Quinto circolo “Maria Montessori” in partenariato con l’Associazione Set Me Free ETS ha sviluppato il progetto A Scuola, Vivi Includi e Valorizza l’Arte 2,
Attraverso la rappresentazione itinerante grafica della fiaba “dell’Orco” di Giovanbattista Basile si sono volute riqualificare le pareti della scuola. Un Qr code permetterà a tutti di rendere fruibile l’intera opera in forma digitale, con la possibilità sia di visionare le immagini sulle piattaforme social sia di conseguire la fruizione simultanea delle otto differenti scene da cui è composta, allo scopo di ottenere un continuum narrativo tra le diverse rappresentazioni dell’intera opera, dipinte nei due plessi scolastici afferenti
al Quinto circolo “Maria Montessori”
Dell’intera raccolta di novelle “Lo cunto de li cunti” dell’illuminato e nostro conterraneo
scrittore, la scelta è ricaduta sulla fiaba dell’Orco.
8 immagini suddivise in scene che ci narrano dei modi di stare in relazione. Da un lato l’ essere umano che manifesta la distruttività. Dall’ altro l’ uomo che, con il superamento delle sue fragilità , progredisce ed imparare ad alimentare la VITA! La fiaba dell’ orco ci insegna che non bisogna fidarsi dalle apparenze, ciò che sembra brutto si rivela buono e chi sembra altruista si dimostra un imbroglione egoista ; che la fiducia non va tradita , ma bisogna ubbidire, rispettare le regole di chi ci si affida ; che si cresce e si migliora più apprendendo dagli errori e dal dolore che dai buoni precetti
Prima scena
Antonio, grasso ed ozioso, esiliato dalla famiglia, che si trova al cospetto di un orco mostruoso ed orripilante. Ma che si rivelerà buono ed altruista.
L’immagine è la rappresentazione di vizi e virtù incarnati dai due protagonisti. Antonio a causa dell’accidia viene allontanato dalla casa materna. L’orco apparentemente terrificante è in realtà la rappresentazione dell’empatia.

Seconda scena
Antonio divenuto magro grazie all’operosità è triste, nostalgico nel ricordo degli affetti familiari.
L’immagine rappresenta la virtù risiedente nel lavoro e la tristezza come emozione adatta a ciò che si è perduto e non si è saputo apprezzare.

Terza scena
Antonio scioccamente viene raggirato dall’oste.
L’immagine rappresenta la fiducia tradita e l’inganno.
Antonio dapprima non mantiene fede alla parola data all’orco e poi con la sua ingenuità si fa imbrogliare dall’oste, il quale sostituisce l’asino che magicamente porta ricchezze con quello che arreca danno producendo escrementi.

Quarta scena
Antonio viene ricacciato dalla madre.
L’immagine rappresenta la stoltezza di Antonio che tornato a casa, convinto di riappacificarsi con la famiglia, grazie ai doni, procura invece un danno con “l’asino fasullo”.
Inoltre la scena simboleggia l’illusione e l’ambizione della madre di passare dalla miseria al lusso.

Quinta scena
L’orco misericordioso perdona ed offre un’ultima possibilità ad Antonio di rinnovare una relazione di affidamento.
L’immagine rappresenta la generosità dell’orco e il senso di affiliazione di Antonio.

Sesta scena
Antonio dapprima viene rincorso dal bastone fatato e dopo impara a brandirlo.
L’immagine rappresenta la libertà, il potere e la responsabilità che sono sotto il nostro dominio, risposte nelle azioni e non nelle intenzioni.
Antonio a suo discapito apprende il male e subisce una punizione magica da una fiducia che ha tradito e che non tradirà più

Settima scena
Antonio, giustiziere, al cospetto dell’oste e della moglie che percossi invocano pietà.
L’immagine rappresenta Antonio che apprendendo dagli errori, restituisce, grazie al bastone fatato, le pene subite al suo ingannatore

Ottava scena
Antonio valoroso si ricongiunge alla famiglia
L’immagine rappresenta una figura rinnovata di Antonio che ha trasformato i vizi in virtù.
I doni sono il risultato di capacità apprese dall’esperienza.
