VII edizione del Carnevale di Giugliano in Campania, il corteo di maschere e addobbi frutto dei laboratori di riuso e riciclo nelle scuole e nelle piazze
Il tema distintivo di questo evento al quale sono tutti invitati è Nelle More dell’Amore
Non esistono esperienze uguali per tutti del sentimento dell’amore, che può essere filiale, platonico, romantico, fraterno, amicale, per l’arte, la natura, incondizionato, per esempio; e nemmeno un’univoca definizione: quella più gettonata sottolinea l’aspetto della dedizione appassionata ed esclusiva, istintiva, intuitiva, fra persone, volta ad assicurare reciproca felicità. Neanche dal punto di vista etimologico ne esce fuori una spiegazione generalizzata. I latini, in ogni caso, usavano la parola amore per intendere uno slancio istintivo, contrapposto a quello della ragione per cui usavano la parola dilìgere (da lègere, scegliere). La radice latina am è però di derivazione etrusca, quando amore si diceva aminth. Tale radice, a sua volta deriverebbe dalla parola ittita hamenk, unire. Ma in definitiva l’amore è un’emozione, fondata sulla condivisione, entro una relazione non necessariamente di unione, sicuramente di reciprocità.
Le relazioni possono purtroppo scadere in un confronto tra egoismi e strumentalizzazioni degli altri per dare un senso alle proprie vite quantunque distruttivamente, in una più o meno confusa unione. Non è così per l’amore, che nasce dalla comunicazione e dalla conoscenza, con il limite e il senso che la relazione di reciprocità, vicendevolezza, bilateralità costruisce. L’attrazione invece comporta la conquista dell’altro/a, attraverso l’esibizione della propria forza, esteriorità, popolarità ad esempio, esaurendosi entro una relazione che nasconde o nega le proprie o altrui fragilità, basata sull’istinto e sull’altro come semplice pretesto, in definitiva sulla distruzione. L’amore si pone al polo opposto del sentirsi attratti, nonostante possa avere comunque la caratteristica della temporaneità. Può acquisire stabilità solo se la relazione è capace di volgersi a una cosa terza. La condivisione è convergenza della relazione sulla cosa terza rispetto ai partecipanti alla relazione, cosa verso la quale l’interesse si rivolge. Mentre si volge lo sguardo su un qualcosa che non è l’altro stesso e lo si fa insieme e contemporaneamente, si trasforma la cosa condivisa.
Si può inoltre provare amore in differenti situazioni della vita, come ascoltando musica, guardando un film, un quadro, una scultura, viaggiando. Quest’ultimo genere di amore, che, anche in questi casi, non può essere provato a comando, non è amore per l’altro ma amore entro una relazione con l’arte o con la natura, è conoscenza, pensiero sull’emozione. Proprio come l’amore per l’altro, ma anche come la creatività e non solo la fruizione artistica, necessita continuamente di essere mantenuto vivo. Forse mai come in queste situazioni, l’amore può essere definito conoscenza.
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