Il progetto realizzato nell’ambito delle attività generate dal MIUR con “Scuola al centro: piano nazionale per la prevenzione della dispersione scolastica” mediante l’Istituto professionale per l’Industria e l’Artigianato “Guglielmo Marconi”, ci ha permesso di esplorare da un punto di vista privilegiato, da una relazione di interdipendenza, la fase adolescenziale che caratterizza la vita di ognuno di noi. Quest’adolescenza così delicata ma che si ostina a mostrare spavaldamente solo il lato rude, così proiettata all’adultità ma così vicina all’infanzia, fase precedente a cui inesorabilmente facciamo tutti capo.
Il fine ultimo quello di apprendere insieme a trasformare le difficoltà in opportunità, a utilizzare gli ostacoli, che inevitabilmente si frappongono al conseguimento degli obiettivi che ci prefiggiamo, come propulsori del cambiamento, come occasioni per percepire le difficoltà come trampolino di lancio verso mete. A realizzare desideri attraverso la regola prima, quella di realtà, considerando che l’unico limite insormontabile è quello di credere di non averne. Ad essere consapevoli che una cometa non va contemplata immaginandone il raggiungimento, ma va utilizzata per l’orientamento.
Come Associazione di Promozione Sociale e psicologica “Set Me Free” abbiamo collaborato alla progettazione e ai laboratori per agevolare lo sviluppo delle identità attraverso l’arte – nello specifico pittura, break-dance, musica e canto – quale massima forma di comunicazione e di espressione creativa. Esse possono infatti fungere da complemento o addirittura surrogato ad altre forme espressive, nelle quali i soggetti potrebbero aver riscontrato delle difficoltà di apprendimento. Grazie alle arti e al divertimento, gli alunni non solo possono imparare le tecniche ma soprattutto a relazionarsi con gli altri membri del gruppo, a sviluppare idee assieme e a rispettare regole sociali.
Creare significa vivere in modo attivo e curioso, sperimentare, agire: tutti aspetti costruttivi che aiutano soprattutto i ragazzi a scoprire la realtà esterna e a conoscere meglio se stessi. La ratio di base quella di favorire lo sviluppo delle identità e l’integrazione all’interno di gruppi, provando a ridurre la dispersione scolastica.
Il ciclo di laboratori per ogni area tematica è stato di venti incontri della durata di due ore, per un totale di quaranta ore. L’obiettivo finale dei laboratori si è materializzato nella creazione di quadri da affiggere nella scuola e in un murale di cinquanta metri che, insieme ad una mostra artistica, fungerà da cornice ad una serie di mini-balli singoli e di gruppo e ad una performance musicale; tutte creazioni che giungeranno all’acme nell’esibizione pubblica.
Le attività sono state supervisionate da una psicologa, che ha condotto incontri con i genitori e i docenti, e “circle time” con i ragazzi. Le finalità, ovvero la prevenzione del disagio causa di abbandoni scolastici e il rafforzamento delle competenze di base, appaiono come non disattese, ma solo il prossimo futuro saprà decretarne statisticamente la rilevanza. In ogni caso, oltre all’arricchimento umano reciproco già successo, il feedback dei dati potrà finalmente essere utilizzato per il miglioramento o la standardizzazione dell’approccio utilizzato.
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