“Oggi abbiamo ridato vita agli orti scolastici che erano stati invasi dalle erbacce infestanti che avevano in parte coperto le aiuole. Per prima cosa abbiamo liberato la terra dalle erbe spontanee con non poca fatica e abbiamo notato con piacere che il sistema di auto-fertilità del suolo che abbiamo progettato in questi anni ha funzionato molto bene: infatti la terra è ricca di sostanza organica, ha un colore molto scuro che denota fertilità ed è brulicante di lombrichi! Tutto il materiale vegetale che abbiamo estirpato dalle aiuole per noi rappresenta una risorsa e non un rifiuto e infatti lo abbiamo subito messo in compostiera in modo tale che per maggio sarà diventato compost da usare nell’orto estivo.” Entusiasta Piero Napolano, l’esperto di agricoltura sinergica dell’associazione di promozione sociale Set Me Free che commenta così i nuovi sviluppi dei laboratori di orti sinergici, il progetto “Agricultura”, che va a braccetto con i nuovi laboratori di EcoSapone.

Il cuore degli interventi è la sostenibilità ambientale: agli aspetti educativi vengono abbinati il riuso dei materiali e la produzione di alimenti e prodotti ecologici. Un contesto, da costruire e condividere, imperniato su relazioni sociali ed ambiente naturale. Una visione sistemica che aiuta le persone e l’ambiente a costruire la capacità di resilienza e di sostenibilità all’interno della comunità. Le risorse, sia umane che materiali, vengono valorizzate creando opportunità produttive e salvaguardando l’equilibrio ambientale. La natura è basata prima di tutto su un sistema interconnesso e ci insegna l’importanza della diversità, punto di partenza per una cultura sostenibile che rispetta e valorizza le risorse locali. La diversità dell’essere umano e la biodiversità non vengono considerati ostacoli bensì veri e propri motori dello sviluppo.

Come ricorda Claudio Widmann, sono molteplici le catastrofi ecologiche che hanno interessato il nostro pianeta in epoche remote. Sebbene l’emergenza ecologica non sia un problema nuovo “…per la prima volta la crisi dell’ecosistema non è soltanto un evento biologico, ma anche culturale…”. Caratteristica distintiva della specie umana è infatti la capacità di produrre cultura ma per ironia della sorte è precisamente questa particolarità a rappresentare oggi per l’uomo una minaccia per la sua stessa sopravvivenza.

“Abbiamo poi proceduto a mettere a dimora ortaggi invernali come cavoli, cappucce, broccoli baresi, scarole, cicorie, radicchio e altro ancora” – continua Piero – “tenendo sempre ben presenti i principi dell’agricoltura sinergica: è stata usata infatti la paglia come pacciamatura (copertura) per il suolo. Uno dei bancali, quello coltivato ad aromatiche ed officinali (salvia, timo, lavanda, rosmarino, origano), verrà utilizzato poi dai ragazzi per dare un buon odore al sapone che hanno realizzato con olio esausto. L’orto sinergico è un sistema di orto permanente che ha bisogno di essere coltivato tutto l’anno, per creare la biodiversità e l’equilibrio che sono prerogativa per la creazione di suolo fertile. Si è trattata di un’azione di vera e propria guerrilla gardening urbana, in quanto abbiamo riqualificato un’area scolastica che era stata quasi abbandonata ed è tornata all’uso pubblico. L’orto scolastico deve essere nella nostra ottica un laboratorio permanente di sperimentazione per i ragazzi e anche per gli adulti della comunità. Le scuole che hanno intrapreso questo percorso con noi sono il primo e il settimo circolo didattico: i processi innescati cinque anni fa hanno portato ad un cambiamento di rotta e hanno apportato innovazione; le modalità sono state apprese e fatte proprie ed inserite nei percorsi formativi didattici”.

Nei due plessi scolastici si coltivano orti sinergici e si costruiscono compostiere. Il sapone è autoprodotto a partire dai residui di olio che vengono dalle cucine dei ragazzi, e verrà confezionato da circa ottanta alunni per poi essere immesso in mercatini che si svolgeranno nei mesi prossimi. La tecnica di riciclo e di riutilizzo dell’olio è stata appresa in uno scambio culturale che ha visto protagonisti l’associazione, il primo e il settimo circolo e l’istituto Teodoro Gaza della dirigente Maria De Biase.

I processi di economia circolare, di crescita e sviluppo che abbiamo cominciato intraprendendo percorsi nelle scuole necessitano di continuità, di impegno, di lavoro quotidiano… “il nostro è un impegno costante per la diffusione delle pratiche educative attraverso arti ecosostenibili: solo attraverso l’agire concreto si può cambiare lo stato della nostra terra”.

Perché noi siamo anche l’ambiente che ci circonda, il nostro destino è indissolubilmente legato a quello della Terra. Una natura con la quale instaurare insieme una relazione armoniosa e di reciproco vantaggio. Importante la consapevolezza di far parte di un contesto naturale e culturale in delicato equilibrio, che può facilmente involvere come evolvere a seconda del modo di porsi verso ciò che è altro da noi, che può caratterizzarsi per l’intento distruttivo o produttivo. Tutto ciò che è naturale fa parte di un ciclo vitale biologico all’interno del quale ogni organismo gioca la sua funzione, ed è così che si è creato l’habitat ideale anche per la sopravvivenza umana.

L’uomo può crearsi contesti favorevoli senza distruggere. L’agricoltura sinergica si basa proprio su tale principio e non prevede l’uso di sostanze chimiche sintetiche: per tenere sotto controllo gli insetti dannosi alle coltivazioni si utilizzano strategie naturali, che cercano di creare condizioni ambientali favorevoli per tutte quelle specie che tengono lontano quelle nocive. Nell’orto sinergico il problema delle erbacce non esiste perché si rispetta fino in fondo la biodiversità. Fiori e piante che spesso vengono considerate erbe infestanti vengono seminate appositamente intorno agli orti per creare l’ecosistema perfetto per quei tipi di insetti che sono maggiormente funzionali all’orto. Allo stesso modo in sinergia e collaborazione tra umani è possibile creare contesti produttivi e anche divertenti incentivando la condivisione e l’integrazione tra le differenze, nel momento in cui nulla va distrutto o represso ma semmai canalizzato in contesti più opportuni alle peculiari specificità e potenzialità di ogni essere vivente.